venerdì 17 giugno 2011

LA CERTOSA DI PAVIA

La CERTOSA di PAVIA GRA-CAR ( Gratiarum Chartusia ) è un monastero cistercense e Santuario della Madonna delle Grazie, situato a circa 8 km. a nord di Pavia, risale al XIV Secolo ed è stato edificato nel periodo tardo gotico italiano.
Questa la premessa storica di collocazione, mentre la collocazione geografica coincideva all'origine con il confine del parco Visconteo del Castello di Pavia e il luogo di fondazione era un bosco con una grande estensione di terreno  al confine nord del parco visconteo, zona adibita a riserva di caccia.
Il Monastero fu donato alla Chiesa e consegnato ai padri Certosini, poi con i susseguirsi dei vari ordini religiosi, si è arrivati agli attuali Padri Cistercensi della Casa Madre di Casamari che la custodiscono dal 1968. La costruzione iniziata nel 1396, fu terminata nel 1465 mentre la facciata, in tutto il suo splendore di dettagli e intarsi e sculture fu terminata nel 1507.
Questa la storia a grandi linee di quello che per me è sempre stato un grande amore, un amore che non ti tradisce e non ti lascia, che ti aspetta sempre, bello, paziente, silenzioso, in mezzo ai campi verdi coltivati e ai filari di pioppi e che quando entri, sembra salutarti con il suo silenzio pieno di pace

Ogni volta che entro mi accoglie un profumo particolare, di verde pulito, che tempo fa era addirittura di bosso, il profumo delle siepi che accompagnano verso il portale e l'ingresso della Basilica. Oggi il bosso è stato sostituito da altro sempreverde, ma il profumo è ancora nell'aria.

 Questi sono solo alcuni particolari del portale e della facciata, particolari di cui ogni volta scopro cose nuove, cose che solo una settimana prima non avevo visto e che mi colpiscono all'improvviso.
Il più grande piacere è arrivare la mattina presto, quando la folla dei turisti non fa rumore, quando la meditazione è facilitata da questo grande maestoso silenzio, che accompagna i miei passi nella visita dei chiostri

Il chiostro grande con il suo porticato che sembra non finire mai, con tutte le porte delle antiche celle dei Certosini, con il suo prato verde sempre curato e i suoi filari di rose, è la mia sosta preferita.

Il chiostro piccolo, sempre fiorito in ogni stagione, con le sue decorazioni in terracotta, le sue colonne e la visione della cupola che sembra uscire dal nulla per materializzarsi in una forma perfetta, è di una bellezza unica, imparagonabile.
Un lunghissimo discorso si dovrebbe fare per l'interno della Basilica, dove lavorarono artisti insigni, quali il Bergognone e l'Amadeo, e dove si mescolano le sculture lignee alle marmoree in una fusione che non finisce di lasciare stupiti.
Nella sacrestia vecchia è conservato un prezioso trittico in avorio e osso, opera di Baldassarre degli Embriachi, donato alla Certosa da GianGaleazzo Visconti, un gioiello di composizioni minute e tabernacoli contenenti statuine di santi, che racconta la vita di Cristo e della Vergine.
Questa opera di valore immenso è stata trafugata nell'agosto del 1984 e miracolosamente ritrovata dopo un anno, quando, smontata in parte, stava per essere portata all'estero. Dopo il recupero e il restauro il trittico è tornato alla sua originaria destinazione


La Certosa è chiaramente visibile, bianca ed eterea, in mezzo ai campi, sia per chi arriva da Milano, sulla sinistra, che per chi arriva da Pavia, sulla destra, la si vede sempre, solo la nebbia la può nascondere
E' visitabile dalla mattina al tramonto, compatibilmente con le ore di luce, perchè l'illuminazione artificiale scarseggia.
Solo il lunedì la Certosa è chiusa al pubblico, il grande portone impedisce la vista di questa immensa opera d'arte che sta in mezzo alla campagna pavese da secoli e che è sempre più apprezzata da chi ha la fortuna di visitarla.
Ho un ricordo che spesso affiora nella mia mente, un momento particolare, un concerto di Severino Gazzelloni e del suo flauto d'oro, nel cortile d'ingresso con alle spalle come palcoscenico, la facciata della Certosa tutta illuminata.
 Con grande orgoglio posso dire di esserci stata, Gazzelloni e il suo flauto sono uno degli accostamenti più belli che uno possa immaginare per la Certosa

1 commento:

  1. Meraviglia! Non ci sono altre parole per descrivere questa grande opera d'arte. Da visitare assolutamente il prima possibile.
    Le tue foto sembrano condurci per mano alla visita di questo tesoro ancora troppo sottovalutato.

    P.S. Anch'io ho avuto la fortuna di essere presente a due concerti di Gazzelloni.

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