lunedì 30 gennaio 2012

IL MONASTERO DI SANTA CATERINA


Il deserto del Sinai, che porta al monastero di Santa Caterina, si presenta subito con un cammino aspro e difficile, quello che è apparso agli Ebrei in fuga dal Faraone e dalle sue leggi di schiavitù
Terreno non facile, solo rocce e si può ben immaginare quali difficoltà possa aver incontrato questo popolo in cammino verso la terra promessa.
Anche il mio primo impatto con il deserto del Sinai è stato di sorpresa, il deserto per me aveva l'immagine delle dune di sabbia del Sahara, invece ho trovato tutt'altra cosa.

Il Monastero di Santa Caterina si trova ai piedi del Monte Sinai, in mezzo a queste montagne che custodiscono il Santuario Mariano che nei tempi ha rappresentato la Maternità Divina di Maria, ed è considerato il primo Santuario simbolo della religione cattolica e ortodossa




Il percorso, per arrivarci,  è un susseguirsi di posti di blocco, questa è una terra difficile e tormentata, nulla di  coltivato, solo rocce e queste costruzioni di riparo per i posti di guardia



Si intravedono ancora i resti della guerra dei sei giorni, filo spinato e caverne scavate nella roccia



Il panorama, pur essendo duro, scarno, senza vegetazione, ha un suo fascino, i colori  molto netti e il cielo di un azzurro molto intenso


Arriviamo all'insegna che indica che stiamo arrivando a Santa Caterina, ma la strada che dobbiamo percorrere è ancora parecchia


I colori si ripetono in una cromia monotona ma sempre più  intensa e piena,  la voglia di arrivare è tanta
Quando il pulman ci lascia, ancora strada ci aspetta, strada sterrata e faticosa, si affonda in un terriccio sabbioso che appesantisce il cammino



Finalmente si vede comparire il monastero, che pare più una fortificazione, se non fosse per il campanile che si intravede dalle mura alte che lo circondano



Alle spalle del monastero il monte Sinai e ben visibile la croce che indica il luogo dove Mosè ricevette da Dio le Tavole dei Comandamenti
Molti pellegrinaggi partono di notte per arrivare alla spianata del Monte Sinai, ci si arriva per un lungo percorso fatto di scale nella roccia


Il primo Monastero fu edificato, secondo la tradizione,dalla imperatrice Elena, madre di Costantino, ma ebbe molti attacchi dai nomadi del deserto, fin che quasi arrivò ad essere distrutto.
Per proteggere i monaci, l'imperatore Giustiniano costruì quello che è l'attuale monastero, con l'aspetto di una roccaforte e diede ai monaci un rifugio sicuro e protetto, con un Abate che ancora oggi ha giurisdizione sui monaci e sui beduini che vi risiedono a servizio del convento





L'ingresso è un vero cunicolo, passaggio strettissimo che consente di passare a una sola persona alla volta
Il Monastero fu dedicato da Giustiniano alla Madre di Dio,e solo dopo il Mille fu dedicato a Santa Caterina, il cui corpo fu portato dagli Angeli, secondo una leggenda.
Le reliquie di Santa Caterina si trovano in una delle cappelle della chiesa che raccoglie tutte le opere preziose che fanno parte del tesoro del Monastero
Entrando, dopo lo stretto passaggio a disposizione, ci si trova di nuovo a camminare in spazi molto ristretti, quello che si può visitare è molto limitato, e il permesso di fotografare è poco.



Il pozzo di Mosè è all'esterno, tra la chiesa e il campanile, lo spazio è sempre molto limitato, anche in proporzione al numero dei visitatori che si affollano all'interno


Uno dei pochi dipinti che si possono fotografare, Mosè con le tavole della legge, e si prosegue la visita verso la chiesa e il suo Tesoro, passando tra una collezione di icone veramente indescrivibile.





Il campanile suona ogni mattina 33 rintocchi, per ricordare gli anni di vita terrena di Gesù.
Come si vede gli spazi non sono molti, un piccolo giardino fra le costruzioni rallegra  con i suoi colori


Si arriva intanto al Roveto Ardente, protetto da una recinzione che tiene i pellegrini a distanza.
Unico esemplare da sempre, anche se si è cercato inutilmente di trapiantarlo altrove, miracolosamente continua a rappresentare la chiamata del Signore a Mosè che stava pascolando il gregge



Durante il Giubileo dell'anno 2000 il Papa Giovanni Paolo II  è arrivato in visita al Monastero e a quella che è la diocesi più piccola del mondo e al Monastero più piccolo del mondo, dedicato alla Madonna

domenica 15 gennaio 2012

IL MIO SALUTO A COSTA CONCORDIA


Una delle ultime volte che ho visto Concordia in porto a Savona, è stata in occasione della partenza di Deliziosa per il Giro del Mondo.
In porto quel giorno erano tre navi, Deliziosa, Serena e Concordia d are il 28 dicembre 2011.
Concordia appare un poco defilata, il posto d'onore era per Deliziosa, ma questi tre colossi del mare insieme facevano un bello spettacolo


Con il calare della luce, l'illuminazione delle navi era ancora più evidente e spettacolare,il riflesso nell'acqua più di effetto, e così adesso continuo a rivederla.
L'immagine della grande Concordia coricata sul fianco, come una gran balena spiaggiata sulle secche , fa un male terribile, e ancor più male il pensare che tante persone, salite per una crociera e per un divertimento, si siano trovate in situazione tanto pericolosa



Vorrei tanto che i sommozzatori riportassero fuori i superstiti alla luce del sole, che questo incubo finisse nel migliore dei modi, che nessun morto si aggiungesse ai tre poveri esseri annegati in questo gran disastro.
Ho ascoltato e seguito tutta la tristissima odissea del naufragio fin dai primi momenti, fin dai primi titoli che scorrevano in sottofondo ai titoli del telegiornale, sono rimasta incollata al televisore e alle notizie che mi arrivavano dal Web per tutta la notte.
Sono molto legata a Costa, il primo viaggio in mare è stato con Costa Europa e il primo Comandante che ho conosciuto proprio il Comandante Schettino. Ho incontrato e ricordo una persona molto cordiale e sempre disponibile, perchè altre volte ho navigato con lui.
Ho tanti amici carissimi tra il personale che naviga, anzi posso dire tranquillamente che sono loro i miei soli carissimi amici, quelli che ho sempre trovato e che trovo sempre.
Per le mie numerose esperienze di viaggio non posso dire che bene di questi ragazzi che ci sono sempre, sempre pronti ad ogni evenienza.
Di Costa Concordia ho scritto alla fine di dicembre per ricordare la crociera di Natale dello scorso anno ed ho pubblicato con nostalgia anche parecchie fotografie.
Proprio riguardando questo viaggio ne avevo opzionato un altro tra poco tempo.
Adesso purtroppo lo devo cancellare
Sono in partenza tra poche ore per una crociera. Costa Voyger mi aspetta a Sharm el Sheik per portarmi verso mete che sto aspettando di visitare da tanto tempo, verso la penisola de Sinai  e tutto ciò che per i cristiani rappresenta

mercoledì 11 gennaio 2012

I MIEI PENSIERI PER IL NUOVO ANNO


Il nuovo anno è arrivato e si sta avvicinando a grandi passi anche la data della mia nuova avventura.
Andrò finalmente a visitare la penisola del Sinai, il monte sacro sia ai Cristiani Cattolici che agli Ebrei, perchè proprio al monte Sinai Mosè ha ricevuto da Dio le tavole della legge, le tavole dei 10 Comandamenti.

Il desiderio di visitare questi luoghi, che sono parte integrante della nostra religione, è da tanto che mi segue e adesso sta arrivando il giorno della partenza.


Ancora una volta con i fiori voglio accompagnare questo inizio del 2012 e la mia partenza.  I fiori fanno parte della mia vita e del mio essere in maniera profonda e sentita, sempre sentita da che mi ricordo e sarebbe una gran gioia riuscire a riportare dal Sinai qualcosa di vivo che mi accompagni nei giorni che verranno
Vorrei con tutto il mio essere che questo nuovo anno appena iniziato mi porti quelle piccole grandi gioie che accompagnano gli affetti e le amicizie più care e sincere.
Non ho e non ho mai avuto grandi pretese, il viaggiare e la fotografia sono le cose a cui tengo, e vorrei poter recuperare quello a cui ho rinunciato, sia per salute che per paura di sentirmi troppo sola.




I fiori e il mare sono le immagini di gioia che mi accompagneranno lungo questo anno, e i viaggi faranno da buon accompagnamento, saranno anzi parte essenziale e non mi sentirò più sola

giovedì 5 gennaio 2012

VIAGGIO NELLA NATURA CON IL BIRDWATCHING


Ho iniziato ad interessarmi di questa particolare forma di caccia innocua quasi per gioco.
Il fiume ed i suoi abitanti ogni mattina mi aspettavano, ed era sempre più divertente e appassionante riuscire a scattare qualche foto.


Il variopinto mondo che ogni mattina cambiava soggetto mi faceva stare ore appoggiata immobile a seguire il volo dei gabbiani, padroni incontrastati della foce del fiume.
Ma ho imparato a conoscere gli aironi. Non li avevo mai osservati bene, ho imparato a distinguerli per la loro eleganza





Ho scoperto un mondo che non conoscevo minimamente, ma un mondo pieno di fascino.
Questa incruenta forma di caccia mi ha entusiasmato, e anche se la mia esperienza è minima se si confronta con quella degli altri birders che ho conosciuto, l'arrivare sul ponte e trovare qualche esemplare da fotografare, mi dà una enorme soddisfazione




Sono entrata così a far parte di questo nuovo spazio, dove gli appassionati di questo nuovo tipo di caccia, con le loro armi di precisione ma non cruente, seguono i passaggi e l'evolversi della vita degli uccelli,
Binocoli e macchine fotografiche sono le armi dei birders



Il mondo della fotografia naturalistica è indubbiamente pieno di fascino, non statico, mai uguale nei colori, nelle sfumature che trasformano a volte sotto gli occhi e ad ogni istante.
E' la stessa sensazione di appagamento che mi fa seguire i colori di un tramonto, ogni sera sempre unico.
Non si mette in posa un tramonto, e tantomeno un uccello in volo, lo si fotografa.
Un vero fotografo così si comporta





Amo gli aironi in modo particolare, e forse nel susseguirsi delle fotografie ho chiaramente manifestato le mie preferenze, anche dovute al fatto che sono stati proprio gli aironi a colpire la mia fantasia




Il fiume, essendo a carattere torrentizio, alterna periodi di magra, e allora  poco rimane da fotografare.
La scorsa estate per settimane non arrivavano neppure i gabbiani
Questa voglia di allontanarsi per un poco dal mondo di sempre, questo desiderio di piccole semplici cose, questo appostarsi nel silenzio per evitare che i nostri amici fuggano, non è altro che il desiderio che ognuno di noi ha di tornare alla natura e al mondo meraviglioso che ne fa parte.




Questo mondo di cose semplici e preziose, il mondo che affascina chi inizia ad osservarlo, è il mondo dei birders di cui faccio parte e anche se in parte minima collaboro al paziente e silenzioso apporto di nozioni utili allo studio della vita di questi affascinanti esseri viventi



Osservare un cormorano che si tuffa a pescare, più volte e con lunghe nuotate sottacqua, vederlo ricomparire, di nuovo tuffarsi e ritornare a riva e pacificamente allargare le ali per asciugarsi è uno spettacolo unico


Il variopinto mondo del fiume racconta ogni giorno la sua storia, la storia dei suoi abitanti che noi osserviamo e fotografiamo con pazienza ma anche con tanta soddisfazione
Grazie a LiguriaBirding che mi ha insegnato tante nozioni e del cui gruppo faccio parte